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Il palazzo civico
come si presenta oggi è la risultanza dei rifacimenti
e restauri eseguiti dopo il terremoto del settembre
1920.
Anche se rimaneggiato l'edificio si presenta ancora maestoso
anche se, prima dell'evento sismico, era ancora più
imponente.
Era infatti più alto di un piano ed ornato dalla
torre civica con la campana, adorno, all'uso toscano, di
tantissimi stemmi e lapidi di Capitani e Governatori della
Lunigiana.
Il palazzo fu sempre luogo di governo. Fino dai
tempi dei Malaspina ed era chiamato Fortilizio del
Marchese e, dopo il passaggio di Fivizzano alla
Repubblica Fiorentina, sede dei Capitani e dei Governatori
inviati da Firenze nelle città di Fivizzano,
nonchè dei Priori della Comunità Fivizzanese.
Attualmente il palazzo si presenta sobrio ed elegante nelle
sue forme essenziali con splendide riquadrature in pietra
alle finestre ed ai portali e con gli stemmi salvatisi dal
terremoto.
(Fra questi ricordiamo l'arme del Governatore Lelio Buzzi,
che realizzò l'acquedotto civico e quello del
fiorentino Giuliano Capponi che ampliò il trecentesco
"Spedalino" facendo costruire nel 1725 l'Ospedale "nuovo").
Sul portone d'ingresso al palazzo spicca lo stemma, in
pietra arenaria, del Comune di Fivizzano, che rappresenta
"un zampa d'orso che afferra una falce di luna". E' opera di
Gio. Lorenzo Cristelli di Carrara e dalle "Filze
dell'Archivio pubblico", in data 24 febbraio 1663, si rileva
che "l'arme della Comunità sopra la porta della
Resistenza de' Sig. Priori importa Piastre 5 fra il macigno
e fattura dello scultore Gio. Lorenzo Cristelli di Carr.".
Al piano terra del palazzo erano, nel sec. XVIII, ubicate le
carceri le cui finestre si affacciavano davanti all'Oratorio
di S.Carlo fatto costruire dal Governatore Carlo Vieri
(1706), proprio perchè i detenuti potessero assistere
alla S. Messa. Per questo motivo il sudetto Oratorio, ancora
oggi, viene chiamato "chiesina delle carceri".
(Roberto
Pandiani)
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