«Al Ritrovo del Platano» ha una storia antica, che inizia forse già nel 1700 come stazione di posta. Poi, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, Giovanni Pascoli scopre questa osteria, nella quale amava cenare e trascorrere il tempo libero in compagnia dell'amico oste Luigi Lemetti, proprietario a quel tempo del locale.
"Nei giorni di primavera il poeta si sedeva
al tavolo di ferro situato nel giardino, d'inverno ad un piccolo tavolo, adiacente al bancone, pervaso dall'odore del vino che ribolliva nelle botti. Amava leggermi le sue poesie e correggere i miei compiti. Quando si fermavano i baroccia rimaneva affascinato dal loro dialetto garfagnino, secondo lui molto simile all'antico fiorentino, cioè all'italiano del Duecento". Così raccontava Nelly, figlia dell'oste Lemetti, morta nel 2004 a 108 anni.
L’osteria «Al Ritrovo del Platano» rinasce ancora nel giugno 2009 quando Mauro Bertolini, garfagnino purosangue, decide di ripensare questo locale, coronando un vecchio sogno: riinventare l'antica cucina del territorio coniugandola con un pizzico di creatività e (perche no!) con l'atmosfera letteraria all'ombra del platano che aveva affascinato anche Giovanni Pascoli.
Oggi l'osteria «Al Ritrovo del Platano» è un piccolo grande ristorante di fascino, con non troppi tavoli, un pianoforte e altri cimeli quali il tavolo in ferro preferito da Pascoli, le sue dediche all’amico Lemetti oltre ad un dipinto che li ritrae assieme a bivaccare.
La filosofia cluninaria di Mauro Bertolini è molto semplice: ricercare sapori nuovi senza discostarsi però dalla tradizione toscana e garfagnina.
Nascono così tra i primi piatti i«ravioli di castagne» (le castagne sono il prodotto tipico per eccellenza della Garfagnana), preparati con un impasto di farina di castagne e di farina bianca, con ripieno di noci, ricotta, uova e formaggio pecorino e conditi con ricotta fresca dei pastori sciolta nel brodo.
Altro primo da non perdere è il «farrotto», farro cucinato a guisa di
risotto e condito con sugo di trota fario (trota della Garfagnana).
Ed ancora da non perdere il minestrone di farro, passato di fagioli arricchito con lardo e salvia. Poi le crepes fatte con la farine di farro e ripiene di pancetta e funghi o la polenta di granturco «otto file»
condita con l'olio o con il sugo.
Nei secondiMauro raggiunge il sublime con il filetto di maiale in costa di lardo al forno, molto tenero e saporito; da non perdere la pancetta di vitella arrotolata e cucinata al forno, il fritto dell'aia di pollo e coniglio.
Non manca naturalmente la cacciagione, come il cinghiale, il cervo, il capriolo, la lepre, cucinati arrosto, in umido o in salmì.
Grande la selezione di vini, che rappresentano tutte le regioni italiane, anche se dominano i vini toscani e i nuovi vini della Garfagnana come il Melograno,la Tenuta Mordigni e il Podere di Garfagnana.
Tra i dolci segnaliamo la crostata Garfagnina, il bucellato e la torta d'erbe dolce
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