A partire dal 1830 nacque l'idea di edificare un nuovo teatro che sostituisse l'ormai angusto Teatro dei Ravvivati.
Questa idea prese però corpo solo nel 1864, quando si riunì una Giunta promotrice per dar vita ad una società per il nuovo teatro. Il vecchio teatro era ormai inadeguato e ne serviva uno nuovo per dare lustro alla città e per fare da vetrina al nuovo ceto dirigente emergente. Il modello fu il Teatro della Pergola a Firenze, già teatro granducale. In un opuscolo, la Giunta promotrice fissò i criteri a cui attenersi per le dimensioni, la spesa e il luogo.
La scelta del progettista non fu semplice.
Furono contattati gli architetti Telemaco Buonajuti, Giuseppe Cappellini, Mariano Falcini e Andrea Scala, mentre Vincenzo Micheli si propose autonomamente. Il 7 luglio 1864, venne indetto un concorso e furono scelti lo Scala, il Micheli e il Falcini, la cui designazione venne però revocata il 19 luglio. Nella seconda metà di settembre giunsero i due progetti che furono esaminati da una commissione di cui faceva parte anche l'ingegnere comunale Pietro Bellini.
Al termine del suo lavoro la commissione, pur dando preferenza al Micheli, ritenne entrambi i progetti insoddisfacenti. Il 6 novembre gli architetti furono invitati a ripresentare i progetti con le modifiche chieste dalla commissione. I nuovi elaborati giunsero il 20 gennaio 1865. Da notare che lo Scala polemizzò su questa decisione tanto da inviare, insieme al nuovo progetto, anche il primo che lui riteneva più interessante dal punto di vista architettonico.In base ad una nuova revisione dei progetti, il 26 febbraio 1865 l'Assemblea generale degli azionisti nominò Andrea Scala architetto del teatro approvando il suo secondo progetto.
Il 26 aprile 1865 ebbe inizio la costruzione del teatro.
Per il sostegno delle fondamenta furono utilizzati 3621 pali di pino.(Si veda sopra il disegno dello Scala con i particolari delle fondazioni). Nel luglio dello stesso anno venne ultimata la copertura.
Ma lo Scala venne esonerato e i lavori di completamento interni furono affidati all'architetto Giuseppe Giardi mentre il Simonelli progettò la cupola autoportante che sovrasta la platea.
Tutti i lavori di ornamento interno furono affidati a maestranze pisane. Il 17 ottobre 1866 Annibale Gatti presentò il bozzetto del Trionfo d'Amore, l'affresco per il soffitto della sala da ballo. Il 2 agosto 1867 gli venne affidato l'incarico di dipingere il "comodino", cioè il sipario utilizzato durante i cambi di atto. Il grande sipario raffigurante Goldoni che legge alla colonia Alfea fu dipinto sul palcoscenico del teatro dei Ravvivati.
Il Regio Teatro Nuovo fu inaugurato la sera del 12 novembre 1867 con l'opera Guglielmo Tell di Rossini.
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