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Mostra di Superstudio/Backstage
 
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2011-2012
Arte, mostre in Toscana
 
Mostra di Superstudio/Backstage
 
Mostra di Superstudio/Backstage
Fino al 26 FEB 2012
Prato
 
dawn dudek
 

Fino al 26 febbraio 2012 il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta la mostra superstudio/backstage a cura di Stefano Pezzato e Cristiano Toraldo di Francia.
La mostra documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978, proseguendo l'azione di recupero e valorizzazione della storica esperienza dell'architettura radicale fiorentina, già sviluppata dal Centro Pecci - nel suo ruolo di Museo regionale toscano per l'arte contemporanea - attraverso acquisizioni di opere e documenti o progetti espositivi come le recenti proposte di Invito al viaggio al Museo Pecci Milano che hanno incluso, fra gli altri, alcuni progetti di Superstudio.

La nuova esposizione, allestita nello Spazio CID/Arti visive, presenta una serie di immagini fotografiche scelte dall’archivio Toraldo di Francia, con le quali si documenta un'attività di ricerca che ha dilatato i confini dell'architettura per comprendere altre pratiche artistiche, intendendo il progetto non solo come opera tesa alla risoluzione di problemi, ma come strumento di investigazione e conoscenza.

Insieme alle numerose fotografie, saranno esposti anche oggetti della serie Istogrammi (1969), litografie, lampade originali, pubblicazioni e film di Superstudio; sarà inoltre riproposto il modello della prima mostra congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002), realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana: 1945-2000 e oggi appartenente alla collezione del museo pratese, e la ricostruzione di Supersuperficie (1971/2011), il microambiente originale realizzato per la mostra Italy: The New Domestic Lanscape al MoMA di New York, che è stata presentata in anteprima al Museo Pecci Milano la scorsa primavera.

Storia
Superstudio fu fondato a Firenze nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si aggiunsero Roberto Magris dal 1967, Gian Piero Frassinelli dal 1968, Alessandro Magris dal 1970 e Alessandro Poli nel 1970-1972. Nell'arco di un decennio essi svilupparono un'articolata ricerca per immagini, a partire dalla Superarchitettura (1966-68) proposta "come strumento di interpretazione e descrizione della realtà" (Toraldo di Francia). Sperimentarono quindi una visualizzazione progressiva di idee di architettura non fisica (Adolfo Natalini), tra le quali compaiono: la generazione automatica non figurativa di un sistema quantitativo di diagrammi tridimensionali non-continui (Istogrammi di architettura, 1969); l'elaborazione di un modello architettonico di urbanizzazione totale (Monumento continuo, 1969-70); l'applicazione spaziale degli effetti illusionistici degli specchi (Architettura riflessa, 1970); l'estensione utopica dell'architettura nello spazio astrale (Architettura Interplanetaria, 1971).
Nelle visioni di 12 Città Ideali (1971) Superstudio formulò le premonizioni della rinascita mistica dell'urbanesimo, a cui fece eco nel 1972 la pubblicazione de Le città invisibili di Italo Calvino; concepì inoltre la parabola letteraria di cinque Atti fondamentali incentrati sui temi rituali di Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte (1971-73) interpretati come "presupposti necessari a una rifondazione filosofica e antropologica dell'architettura della città” (Roberto Gargiani).

Il progetto di Supersuperficie, presentato al MoMA di New York nel 1972, giunse quindi a prefigurare un modello alternativo di vita sulla terra, attraverso quella che Toraldo di Francia ha definito come un'altra visione limite: una nuova realtà, che persi i suoi connotati solido-meccanici, oggettuali, di architetture come supporti tridimensionali di vita, si distribuisce su una griglia neutra, virtuale, di flussi di informazione e di energia come supporto di una organizzazione debole del territorio. Partendo dall’ipotesi del pianeta reso omogeneo attraverso una rete di energia e di informazioni, si ipotizzava un processo riduttivo per l’architettura ed un diverso controllo dell’ambiente senza il necessario impiego di sistemi tridimensionali.
La successiva partecipazione al progetto di Global Tools, che nel 1973 raccolse il lavoro di vari gruppi e singoli architetti sotto l'etichetta di "architettura radicale" (suggerita da Germano Celant, che aveva dato il nome anche al movimento dell'Arte Povera, e indicata dalla rivista "Casabella" diretta da Alessandro Mendini), determinò di fatto la conclusione di quella stessa esperienza.

"Quando si producevano i progetti e le immagini, gli scritti e gli oggetti dell'architettura radicale, l'architettura radicale non esisteva. Ora che questa etichetta esiste, l'architettura radicale non esiste più. In altre parole non si trattava di un ennesimo movimento o scuola con caratteri omogenei ben definiti, ma di una serie di situazioni, intenzioni, comportamenti” (Superstudio).

Seguirono i progetti La moglie di Lot, incentrato sulla riproduzione di forme geometriche elementari, e La coscienza di Zeno, che documenta la cultura materiale della civiltà contadina. Entrambi furono presentati alla Biennale di Venezia del 1978 e, in proposito, Lara-Vinca Masini scrisse che "i due lavori in mostra potrebbero essere letti in contrapposizione: da una parte una critica pessimistica sui meccanismi e sui destini dell'architettura, dall'altra un'analisi ottimistica per una rifondazione della progettazione, costruzione ed uso attraverso la creatività collettiva. I due lavori non devono esser letti in contrapposizione o contraddizione: insieme rappresentano dialetticamente i nostri tentativi di comprendere per modificare” .
In occasione dell'esposizione Superstudio/backstage al Centro Pecci di Prato è prevista la pubblicazione per le Edizioni Quodlibet di un nuovo volume monografico dedicato a Superstudio, che includerà tutti i loro testi e un repertorio iconografico aggiornato.

Orario:
Tutti i giorni 10-19. Chiuso il martedì
Prezzo del biglietto:
Ingresso libero
Info:
Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica, 277 - 59100 Prato
Telefono: 0574 5317
Fax: 0574 531901
Email: info@centropecci.it
Web: www.centropecci.it

 
 
 
 
 
 
 
   
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