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Incontri culturali in Toscana
Incontri culturali, incontri eno-gastronomici, manifestazioni |
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Incontri e manifestazioni
Maggio 2009 |
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Foto sopra: Hieronimus Bosch - IL CONCERTO NELL'UOVO, particolare. L'opera è visibile a Siena all'interno della mostra "Arte, genio, follia" |
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MAGGIO 2009 |
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Incontri, incontri culturali, manifestazioni |
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AREZZO |
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AREZZO
I Della Robbia,
il dialogo tra le Arti nel Rinascimento
Allestita nelle sale del Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo dal 21 febbraio alo 7 giugno 2009 e curata da Giancarlo Gentilini e Liletta Fornasari, la mostra I Della Robbia, il dialogo tra le Arti nel Rinascimento, si propone di illustrare il poliedrico e affascinante sviluppo della terracotta invetriata ‘robbiana’ nel Rinascimento ma soprattutto intende affrontare il serrato e fecondo dialogo tra le arti.
Scultura, pittura, architettura, arti decorative si confrontano in un percorso affascinante che permetterà di ammirare, oltre ai capolavori dei Della Robbia, opere dei più importanti esponenti del Rinascimento (Donatello, Ghiberti, Andrea del Verrocchio, Rossellino, Pisanello, Filippo Lippi, Pollaiolo, Ghirlandaio, Perugino, Lorenzo di Credi, Leonardo, Fra’ Bartolomeo, Domenico Veneziano, Fra’ Carnevale, Sansovino) ripercorrendo un secolo di storia dell’arte italiana e il fervido clima della Toscana rinascimentale.
Un’esposizione ambiziosa ed assolutamente nuova che consentirà di rileggere e di comprendere a fondo il significato e il valore di un’arte straordinaria di cui restano importanti testimonianze anche nella provincia di Arezzo. La mostra diventa così il cuore di un percorso che si sviluppa sul territorio, tra le valli del Casentino, del Valdarno, della Valdichiana e della Valtiberina, in una serie di itinerari di grandi suggestioni, in cui arte e natura si intrecciano in un connubio di assoluto fascino.
Informazioni
Sede: Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna - Arezzo, via San Lorentino, 8
Orario mostra: Tutti i giorni 9.00 - 19.00
Telefono: 800.90.44.47
Dall’estero: + 39 049 2010067
E-Mail: mostradellarobbia@provincia.arezzo.it
Biglietti: biglietto intero € 10,00, ridotto € 7,00 ( visitatori di oltre 65 anni, tra 18 e 25 anni);
ridotto speciale € 5,00 (visitatori tra i 6 e i 18 anni);
Gratuito € 0,00 ( bambini di età inferiore ai 6 anni, accompagnatori di disabili,
guide turistiche dotate di tesserino professionale)
Per saperne di più
Elenco delle opere in mostra
I Della Robbia, Biografia
Itinerari in provincia
21 febbraio - 7 giugno 2009
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CHIANTI |
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MONTESPERTOLI (FI)
52° Mostra del Chianti
Una festa, in programma dal 23 al 31 maggio, che ha contrassegnato la storia di Montespertoli e dei suoi cittadini, esaltandone la cultura, le tradizioni e la passione. Per questi motivi l’amministrazione comunale e le associazioni del territorio vogliono ancora una volta investire il massimo sforzo su un appuntamento divenuto ormai un classico nel panorama eno-gastronomico nazionale.
Per saperne di più
Leonardo Landi
Ufficio Stampa - Comune di Montespertoli
tel. 0571 600211 - 347 8714962
e-mail: ufficiostampa@comune.montespertoli.fi.it
web: http://www.comune.montespertoli.fi.it
23-31 maggio 2009
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LUNIGIANA E GARFAGNANA |
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FIVIZZANO e PIAZZA AL SERCHIO
Prima Giornata nazionale dei Cammini Francigeni
Il 3 di maggio, con partenza alle ore 9,00 (tassative) da Turlago (Fivizzano) e da Piazza al Serchio, avrà luogo la tappa della prima Giornata dei Cammini Francigeni.
Si camminerà lungo la VIA DEL VOLTO SANTO, convergendo da Turlago (circa 2 ore e mezza di cammino) e da Piazza al Serchio (circa 2 ore di cammino) fino all’Ospitale di Tea.
A Tea Avverrà l'incontro fra i camminatori francigeni.
A Tea sarà visitabile il Parco Archeologico dell’Ospitale di San Nicolao, appena realizzato.
Il percorso sarà: da Turlago: Turlago-Regnano-Tea per sentiero; da Piazza al Serchio: Piazza-Gragnana-Giuncugnano-Tea
3 maggio 2009
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PISA |
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PISA
Il cannocchiale e il pennello
Nuova scienza e nuova arte nell'età di Galileo
Le rinnovate sale della storica residenza sul Lungarno ospitano l’esposizione che, attraverso 150 opere, tra quadri, sculture, disegni, incisioni, libri e oggetti, indaga i rapporti tra il grande studioso e i maggiori artisti del suo tempo.
La città toscana rende così omaggio al suo illustre cittadino, in occasione del IV centenario delle prime rilevazioni astronomiche, anche con una serie di iniziative collaterali.
Pisa rende omaggio a Galileo Galilei, uno dei suoi più famosi cittadini, in occasione del IV centenario delle prime osservazioni astronomiche. Dal 9 maggio al 19 luglio 2009 presso Blu Palazzo d'arte e cultura si tiene la mostra dal titolo “Il cannocchiale e il pennello. Nuova scienza e nuova arte nell’età di Galileo”. La mostra rientra nelle iniziative Galileo a Pisa organizzate nell'ambito delle celebrazioni dell'Anno Galileiano.
Curata da Lucia Tomasi Tongiorgi e Alessandro Tosi, promossa dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni Galileiane, dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, dal Comune di Pisa, dalla Provincia di Pisa e dall’Università di Pisa, l’esposizione ripercorre, attraverso 150 opere, tra quadri, sculture, disegni, incisioni, libri e oggetti, l’intero percorso umano e intellettuale del grande scienziato, indagando i rapporti e le influenze tra Galileo e i maggiori artisti del tempo, evidenziando la fitta trama di relazioni con cui le scienze e le arti si trovarono a rispondere alla “rivoluzione” galileiana.
Grazie a prestiti provenienti da prestigiose istituzioni culturali nazionali e internazionali, tra le quali la Wellcome Library di Londra, il National Maritime Museum di Greenwich, il Detroit Institute of Arts, The Blanton Museum of Art, l’Istituto Nazionale per la Grafica e la Galleria Spada di Roma, la Galleria degli Uffizi, la Galleria Palatina, il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, il Museo del Bargello, l’Accademia di Belle Arti e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Museo della Natura morta di Poggio a Caiano, la Biblioteca Universitaria dell’Archiginnasio di Bologna, l’Opera Primaziale, la Biblioteca Universitaria e il Museo di San Matteo di Pisa, e numerose collezioni private, è possibile ammirare opere di alcuni dei grandi maestri dell’arte del XVII secolo, da Cigoli a Ribera, da Arcimboldo a Jacopo Ligozzi, da Caravaggio a Artemisia Gentileschi, da Frans Francken a Filippo Napoletano, da Pietro Paolini a Guercino.
Il percorso espositivo, organizzato in sezioni, prende avvio con gli anni della formazione di Galileo tra Pisa e Padova, focalizzando l’attenzione sui maestri del genio pisano, le sue letture, le sue prime opere e le prime esperienze.
Viene quindi presentato un nucleo di opere che analizzano i rapporti tra la cultura scientifica e la cultura artistica nelle principali realtà italiane. Dalla Bologna di Ulisse Aldrovandi, alla Firenze dei Medici e alla Roma del cardinal Del Monte, saranno evidenziati i principali episodi figurativi in stretta connessione con gli ambienti scientifici in cui si muoveva Galileo.
Partendo da un celebre passo dedicato all’Ariosto, la sezione “Ometti curiosi” illustra l’evoluzione, anche in termini galileiani, del collezionismo enciclopedico e della tradizione delle Wunderkammern nell’Europa della prima metà del XVII secolo, con significativi riscontri anche in ambito del collezionismo artistico e dei percorsi del gusto.
Dipinti e disegni certificheranno i rapporti tra lo scienziato pisano e Ludovico Cardi detto il Cigoli, l’artista che rappresenta una delle voci più autorevoli della rinnovata pittura fiorentina del tempo, così come l’impatto del Sidereus Nuncius e delle prime scoperte astronomiche galileiane sulla cultura figurativa del primo ‘600 a Firenze, Roma e in tutta Europa.
L’esposizione documenta pertanto l’affermarsi di una vera e propria “bottega” galileiana, ovvero di una generazione di artisti in grado di far proprie le conquiste dello scienziato, mostrandone le tangenze con le ricerche e le sperimentazioni dei maggiori interpreti dell’arte del tempo, tra cui la celebre pittrice Artemisia Gentileschi.
La sezione finale, “Nuove scienze, nuove arti”, è dedicata alla ricezione dell’eredità di Galileo in direzione di un nuovo rapporto tra le arti e le scienze, testimoniato dal rinnovamento e dall’evoluzione di un linguaggio figurativo in cui è possibile riscontrare, anche in termini simbolici e allegorici, l’insegnamento dello scienziato pisano.
La mostra
Allestita nelle sale del Palazzo Blu, destinate in futuro ad accogliere esposizioni temporanee, la mostra sarà divisa in sezioni che ripercorrono, in successione tematica e cronologica, gli stretti rapporti tra la nuova scienza galileiana e le arti figurative, tra il cannocchiale e il pennello.
La prima sezione, aperta dall’Atto di Battesimo di Galileo nel 1564, raccoglie testimonianze della sua formazione tra Pisa, Firenze e Padova. A dipinti di grande importanza, come i ritratti dei maestri Cesalpino, Mercuriale e Mazzoni, il Ritratto di Galileo attribuito a Domenico Tintoretto (proveniente dal National Maritime Museum di Greenwich), o il Bibliotecario dell’Arcimboldo di Skokloster (Svezia), si uniscono libri e preziosi manoscritti, strumenti scientifici e musicali, inediti autografi. Di particolare suggestione gli oggetti (la lampada del Duomo e le sfere lasciate cadere dalla Torre) che tradizionalmente sono associate alla prime esperienze e osservazioni del giovane scienziato a Pisa.
La seconda sezione documenta le molteplici connessioni fra le arti e le scienze tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII, ovvero in un “autunno della Maniera” in cui si intrecciano le splendide tempere naturalistiche di Jacopo Ligozzi (conservate al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi) e il nuovo dettato della pittura di Caravaggio, presente in mostra con l’Incoronazione di spine.
La terza sezione sarà dedicata alla cultura degli “ometti curiosi” che per Galileo non poteva corrispondere a una moderna visione della scienza, ovvero alle Wunderkammern, le camere di meraviglie che raccoglievano, in un misto di passione scientifica e curiosità, gli oggetti più esotici e stravaganti. Aperta da un dipinto di Frans Francken II e da coeve testimonianze grafiche e pittoriche, vi si possono ammirare alcuni reperti provenienti dall’antica “galleria” del Giardino dei Semplici pisano, dal corno di narvalo, alla pelle di coccodrillo, al nautilus decorato, al celebre teschio con il rametto di corallo.
La quarta sezione è interamente dedicata al grande pittore Ludovico Cardi, detto il Cigoli, amico di Galileo e protagonista dell’unione fra la cultura scientifica e il mondo delle arti figurative, in grado di interpretarne le straordinarie scoperte e osservazioni astronomiche. Notevole in tal senso è lo Scorticato, scultura di sorprendente definizione anatomica proveniente dal Museo del Bargello, come pure disegni e dipinti (dal San Girolamo al Giaele e Sisara) che rimangono esempi tra i più alti della pittura “riformata” toscana.
Attraversata la corte coperta si sale al piano superiore dove la quinta sezione tocca il tema nodale dell’impatto del Sidereus Nuncius sulla cultura del tempo, attraverso capolavori come La fuga in Egitto di Adam Elsheimer e le invenzioni grafiche di Jacques Callot. E nella sezione successiva, la sesta, saranno esposte le tele dei maggiori artisti influenzati dal pensiero e dalle opere di Galileo, da Artemisia Gentileschi a Francesco Furini, da Orazio Gentileschi fino al grande artista spagnolo Jusepe de Ribera, detto Lo Spagnoletto, con un dipinto emblematico come l’Allegoria della Vista proveniente da Città del Messico, prima raffigurazione pittorica del cannocchiale.
Nel lungo corridoio sono inoltre ordinati i dipinti di Filippo Napoletano, Baccio del Bianco, Jacopo da Empoli o Giovanna Garzoni, che documentano lo sviluppo del genere della natura morta come riflesso di una cultura profondamente galileiana.
Da qui, ridiscesi al piano terreno, la mostra si conclude con la settima sezione, Nuove scienze e Nuove arti; mentre una sala ricostruisce la piccola “quadreria” che Galileo custodiva ad Arcetri nella stanza dove morì nel 1642, si prosegue con opere di Furini, Pietro Paolini, Ribera, Guercino, Niccolò Tornioli, per arrivare al ritratto più celebre di Galileo, quello dipinto da Justus Sustermans e già conservato nella Tribuna degli Uffizi, senza dubbio, l’immagine più suggestiva della scienza moderna.
Dove
Pisa, Palazzo Blu - Lungarno Gambacorti 9
Durata
9 maggio – 19 luglio 2009
Orari
da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima) lunedì chiuso
Biglietti
intero euro 7,00, ridotto e gruppi euro 5,00
Informazioni e prenotazioni gruppi
Impegno e Futuro
tel. 05028515 – fax 050503532
info@impegnoefuturo.it
Per informazioni
tel. 050 500197
www.galileoapisa.org
Pisa, dal 9 maggio al 19 luglio
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SIENA |
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SIENA
Arte Genio Follia
Il giorno e la notte dell’artista
"Arte, genio e follia" rappresenta il primo tentativo in Italia di indagine del rapporto tra produzione artistica e disagio mentale. Attraverso nove diverse sezioni, affidate alla cura di grandi nomi del campo dell’arte, il pubblico si trova di fronte a opere che affrontano il tema della follia in
modo immediato e di grande impatto emotivo.
L’intento è quell di ingare "l'essere nel mondo” degli
artisti attraverso le loro opere, senza tuttavia rinunciare alla fondamentale prospettiva storica e a tutti quei contributi che hanno studiato “arte, genio e follia” da altri punti di vista, siano essi di natura artistica, scientifica o medica.
La mostra si apre con “La scena della follia” a cura di Giulio Macchi, che documenta, attraverso un percorso cronologico articolato in nove sottosezioni, l’emarginazione ed il riscatto dei “folli”.
Partendo dal periodo medievale in cui gli insani erano trasportati in grandi navi alla deriva verso Mattagonia, il reame della follia, isola lontana e irraggiungibile, si passa al racconto della vita manicomiale del XVII secolo fatto attraverso incisioni, strumenti medici e di contenzione utilizzati nella cura dei pazienti.
In questa sezione vengono presentate due belle opere fiamminghe, Le concert dans l’oeuf attribuito a Hieronymus Bosch del Musée de Beaux-Arts di Lille e le Tentazioni di Sant’Antonio Abate di un Anonimo fiammingo di collezione privata.
La prima sezione si conclude con manufatti di pazienti ricoverati in ospedali psichiatrici, per dimostrare che la creatività non è un privilegio solo del sano.
Nella seconda sezione entra in scena una suggestiva galleria di nove busti a grandezza naturale, dalle bizzarre ed esasperate mimiche facciali: sono i volti di Messerschmidt, “nato sotto Saturno” secondo Wittkower, che nella seconda metà del Settecento ha rappresentato nelle famose “smorfie” la propria follia e quella universale.
Seguono nel percorso della mostra quattro protagonisti del tempo di
Nietzsche: Van Gogh, Munch, Strindberg e Kirchnerche sono stati
oggetto di ampi studi sull’argomento del loro rapporto genio-follia.
L’Hôpital Saint-Paul à Saint-Rémy-de-Provencedel Musée D’Orsay di
Parigi dipinto nel 1889 da Vincent Van Gogh quando il pittore si rico-
verò volontariamente nella casa di cura. Nel periodo in cui visse in
manicomio, l’artista godette di una certa libertà e poté continuare a
dipingere en plein air dipingendo vari capolavori che ritraevano luoghi e persone che lo circondavano.
La follia collettiva: la guerra nello sguardo degli artisti è la sezione
curata da Fausto Petrella. Scelti anche per il comune e tremendo lin-
guaggio pittorico che spesso oltre alla “descrizione” della tragedia,
entra nel tormentoso impasto di segno e colore, il visitatore può
ammirare capolavori di artisti quali Renato Guttuso, Mario Mafai,
Otto Dix che nel loro percorso pittorico hanno affrontato questo drammatico tema.
Due classici e storici momenti dell’arte dei folli e degli artisti non propriamente detti, si ritrovano in una ampia antologia della Collezione Prinzhorn di Heidelberg, a cura di Giorgio Bedoni e nella Collezione
dell’Art Brutdi Losanna, sezione curata da Lucienne Peiry.
La sezione dell’Art Brut, curata da Lucien Peiry, proveniente
dalla “Collection de l’ArtBrut” voluta da Jean Dubuffet, concepisce la follia come molla stessa dell’invenzione ed elevata al rango di stato fecondo necessario alla creatività stessa.
Un omaggio italiano all’Art Brut è rappresentata da una selezione di venti dipinti di Carlo Zinelli - il cui stile ricorda quello dei primitivi e dei bambini.
L’alchimia dell’arte mostra tredici dipinti del grande Ligabue, che rappresenta la natura e il
mondo degli uomini come una realtà colma di crudeltà e di conflitti.
La lucida follia nell’arte del XX secolo affronta poi il discorso sul disegno come forma primaria dell’espressione dell’inconscio attraverso le opere di Henri Michaux (le cui opere
vengono per la maggior parte realizzate sotto l’effetto della
mescalina) e Unica Zürn.
Vengono poi presi in considerazione tre casi emblematici della sperimentazione surrealista con Max Ernst, André Masson e Victor Brauner.
Conclude la mostra il movimento che a Vienna, a partire dagli anni ’60, ha più di ogni altro interpretato il
tema della follia: il Wiener Aktionismusche.
Visite guidate:
In contemporanea alla mostra è possibile effettuare visite guidate all’interno del “villaggio manicomiale” di S. Niccolò: una vera e propria cittadella edificata tra la fine
dell’Ottocento e i primi del Novecento intorno all’edificio centrale dell’Ospedale Psichiatrico. Il percorso comincia dalla Farmacia ospedaliera, grazioso edificio neopompeiano che conserva pregevoli arredi e decorazioni d’epoca, prosegue lungo la via degli artigiani, fiancheggiata dalle botteghe entro le quali i malati esercitavano le professioni manuali.
Dove
Siena presso il Complesso museale Santa Maria della Scala
Organizzazione Generale
Museo Santa Maria della Scala
Tel. 0577/224811-224835
Fax 0577/224829
info@sms.comune.siena.it
www.santamariadellascala.com
Dal 31 gennaio 2009 al 25 maggio 2009, festivi compresi.
Dalle ore 10,30 alle ore 19,30
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